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“Judge not” è un murales realizzato da Pigment Workroom nell’ambito del progetto ProvocAzioni, finanziato dall’Avviso Azione ProvincEgiovani2021 promosso dall’Unione Province d’Italia e dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il laboratorio, condiviso con gli studenti dell’I.I.S.S. “Aldo Moro” e “Sergio Cosmai” è stato strutturato in dieci incontri di circa due ore e mezza ciascuno. Gli incontri sono stati divisi in due parti: una teorica e una pratica. Negli appuntamenti dedicati alle conoscenze teoriche, abbiamo fornito una panoramica sulla storia della street art, dal graffitismo urbano dei primi anni ’70 al muralismo contemporaneo, evidenziando i principali artisti e i movimenti che hanno influenzato questa forma d’arte. Abbiamo esaminato le origini della street art come mezzo di protesta e di espressione artistica per le minoranze sociali ed etniche. Durante gli incontri con obiettivi pratici, ci siamo concentrati sullo sviluppo delle abilità artistiche dei partecipanti.
Abbiamo mostrato loro le basi del lettering, diverse tipologie di scrittura e stili. Successivamente, abbiamo incoraggiato le ragazze e i ragazzi a creare la loro “tag”, un nome o una firma unica che rappresentasse la loro identità. Una volta che i partecipanti hanno acquisito familiarità con il lettering, sperimentando la scrittura a spray su muro, abbiamo realizzato un brainstorming per selezionare il tema da cui partire per la realizzazione del murales collettivo. Il processo creativo per la stesura della bozza del murales si è basato sul lavoro precedentemente svolto. È emerso un forte disagio da parte di molti ragazzi e ragazze rispetto al giudizio delle generazioni più anziane.
Questo ci ha ricordato la prima canzone mai registrata da un giovanissimo Bob Marley (appena sedicenne) dal titolo Judge not: dopo un primo ascolto della canzone e a seguito della lettura del testo, ci è sembrato che la frase “judge not” riassumesse perfettamente quello che i ragazzi e le ragazze cercavano di esprimere. La canzone è stata scelta come ispirazione per l’opera, come rappresentazione della necessità di abbattere i pregiudizi e favorire la libera espressione
**ENGL VERSION***
“Judge not” is a mural created by Pigment Workroom as part of the ProvocAzioni project, funded by the ProvincEgiovani2021 Action Notice promoted by the Union of Provinces of Italy and the Department for Youth Policies and Universal Civil Service of the Presidency of the Council of Ministers.
The workshop, shared with the students of I.I.S.S. “Aldo Moro” and “Sergio Cosmai,” was structured in ten meetings of about two and a half hours each. The meetings were divided into two parts: one theoretical and one practical. In the appointments devoted to theoretical knowledge, we provided an overview of the history of street art, from the urban graffiti art of the early 1970s to contemporary muralism, highlighting the main artists and movements that have influenced this art form. We examined the origins of street art as a means of protest and artistic expression for social and ethnic minorities. During meetings with practical objectives, we focused on developing participants’ artistic skills.
We showed them the basics of lettering, different types of writing and styles. Next, we encouraged the girls and boys to create their own “tag,” a unique name or signature that represented their identity. Once the participants were familiar with lettering, experimenting with spray writing on the wall,we brainstormed to select a theme from which to create the collective mural. The creative process for drafting the mural was based on the work previously done. A strong unease emerged on the part of many boys and girls with respect to the judgment of the older generation.
This reminded us of the first song ever recorded by a very young Bob Marley (just 16 years old) entitled Judge not: after an initial listen to the song and following the reading of the lyrics, it seemed to us that the phrase “judge not” summed up perfectly what the boys and girls were trying to express. The song was chosen as the inspiration for the work, as a representation of the need to break down prejudice and encourage free expression